martedì 16 aprile 2013

Bologna la dotta: sole e poesia.

L'Arena del Sole durante una bella giornata di sole


Più di vent'anni fa ero abbonato a una rivista di poesia e letteratura cesenate, su cui scrivevano alcuni amici e conoscenti. Si chiamava Neoteroi e ci trovai questa poesia, che imparai subito a memoria, dimenticando però il nome dell'autore, me ne scuso (anche se una volta che una poesia, una canzone o un disegno vanno per il mondo appartengono un po' a tutti, ed è il meglio che gli si possa augurare). 
Venerdì scorso, primo giorno bello davvero, ero in giro per Bologna e i versi della poesia mi son tornati in mente, come succede ogni volta che arriva la bella stagione e mi trovo a passare per i portici della zona universitaria. In queste parole c'è molto della percezione di Bologna che abbiamo noi provinciali ("Parigi in minore", diceva Guccini), almeno secondo me. E poi fa anche ridere, che è sempre un bene.
La riporto a memoria, per cui potrebbero esserci diverse inesattezze. Se qualcuno la riconoscesse me lo faccia sapere.


Sbocciano d'estate nuovi fiori,
le esaminande - senza reggiseno -
si recano davanti ai professori
per prendere all'esame un voto pieno.

Portano a spasso per l'università
quell'aderenza bianca di magliette,
ballonzolare fanno la città,
riempiono Bologna con le tette.