martedì 29 novembre 2011

Costruire il Mito: la saga della Forresteria, ovvero due o tre cose su Beautiful

Allora, visto che qualcuno mi ha detto di non aver capito bene di cosa diamine andassi cianciando nel mio post precedente, mi metto giù a scrivere uno scritto di seminale e capitale importanza che mette in fila un po' di robe che so di Beautiful, e spiega ai poverini che ne ignorano il richiamo di sirena quali possano essere i motivi buoni e giusti per seguirlo.

La serie, vedetela un po' come vi pare, ma a me sembra sia la saga di una famiglia di imbecilli (la Forresteria). Intorno a questa famiglia, una ridda interminabile di altri imbecilli, dominati dalla foia o dalla sete di danaro, o da scompensi di litio che portano il malcapitato di turno a gesti insani, che possono variare dallo scherzo da prete al suicidio/omicidio.

Negli anni son successe un totale di robe, ma io ho cominciato a seguire la vicenda in tempi relativamente recenti. Credo che il mio primo ricordo sia Massimo Marone, riconosciutosi padre biologico di Ridge, si commuove e dice al mascellone "Anche tu sei un Marone" (anche Mascella ha l'occhio lucido e si può ben capire perché). In realtà nella mia testa c'è una vaga immagine del parto di Sally Spectra (che sia per quello che non ho mai preso in considerazione la possibilità di riprodurmi?). Alien m'aveva impressionato meno, e sì che ero piccolo quando l'ho visto.

Quel che segue è la prima parte di una disamina dei vari personaggi, dal mio punto di vista di spettatore abituale ma non troppo, per cui non è che mi ricordo proprio tutto tutto.

Nella sicurezza di aver fatto cosa di capitale importanza nonché graditissima, vi auguro buone cose.

Appena mi scuoto dal torpore procedo col resto.



Parte Prima 
PEZZI DA NOVANTA


Ridge Forrester
(d'ora in poi Mascella)

E' il classico figlio di papà.
Figlio d'uno stilista famoso, anche lui si dedica all'alta moda (quando vedi il tuo babbo che non fa un cacchio tutto il giorno non è che scegli di andare a fare l'asfalto in autostrada per farti una tua carriera). Poi scopre di essere il figlio di un armatore tamarro italoamericano con parrucchino urendo, ma la prende piuttosto bene, considerato tutto. Nel mondo di Biutiful è celebrato come un genio: in realtà i disegni che produce sarebbero di cattivo gusto anche in quei film pieni di indiani che cantano e ballano. L'attore che lo interpreta è talmente cane che nel copione gli devono segnare anche quando respirare. Quando può vola a Parigi e torna inspiegabilmente privo di rughe e con la tinta rinfrescata. E' spesso e volentieri a torso nudo e sempre pronto alla copula, pratica alla quale si dedica con fervore e alle volte anche sovrappensiero, finendo così per trombare la moglie di qualcun altro, preferibilmente la moglie di un parente prossimo. Da sempre innamorato della Brocca, anche se poi si è sposato con altre tipe, prima fra tutte il Canotto psichiatra. Adesso è sposato con la Brocca, ma non disdegna di tenere il piede in due scarpe. Si vedrà.

Brooke Logan (ovvero Brocca)

Di umili origini, riesce a farsi trombare da qualsiasi maschio presente nella serie, in un range anagrafico che va dai 20 ai 75 anni. Anche
 lei tromba spesso per sbaglio, ma poi si pente e invariabilmente viene perdonata, in virtù della sua capacità di sostenere le proprie argomentazioni in mutande. Feconda come pochissimi altri mammiferi sul pianeta, ha prodotto al momento circa 5 figli (di cui uno nell'utero del Canotto, prestando - per sbaglio anche qua - alcuni suoi erculei ovuli). Per far si che la Brocca non perdesse il suo appeal erotico, gli sceneggiatori hanno evitato di farla diventare nonna nei modi più disparati, ma alla fine, quest'anno, il fatidico momento è arrivato. E' sempre innamorata di Mascella (col quale riesce a darsi a pratiche erotiche nella sauna, grazie a un apparato cardiocircolatorio da primato, per entrambi); se le scende la catena salta nel letto di chiunque possa darle un po' di conforto, calore umano e lussuria. In questo periodo è un po' in bolletta perché ogni tre per due salta fuori una foto dove viene abbracciata o baciata dal figlio di Mascella e del Canotto (Mascella conserva ancora un po' di cautela da quando la Brocca, qualche mese fa, ha trombato per errore Oliviero, fidanzato ventenne della Speranza, al suono di "Pose Pose Pose Pose"). Dopo anni ha sanato le sue divergenze con La Vecchia e adesso sono amicone e vanno insieme a molestare barboni con la scusa della beneficenza.

Stephanie Forrester
(da qui in poi La Vecchia)
 
Madre biologica di Mascella e dei suoi fratelli (Torn, Felicia e una che non si vede mai, che c'ha sempre da fare). Sembrava abbastanza monogama, poi è saltato fuori che Mascella è stato concepito con Massimo Marone ma, per paura che il figlio dovesse portare quel cognome lì, non l'ha detto a nessuno fino a pochi anni fa. Anche se i figli sono ormai tutti in età da pensione, continua a intromettersi nelle loro vite e, nel caso di Mascella, nelle loro camere da letto, alla faccia della privacy (tutte le volte che la Brocca si mette le mutande da gara per far la sciantosa, ecco entrar La Vecchia). Ha superato brillantemente diversi processi penali, ictus, cancheri, colpi di pistola nel petto e robe così. Ha sempre odiato la Brocca, ma ultimamente, galeotto fu il cancheraccio, vanno abbastanza d'accordo e insieme si danno alla beneficienza compulsiva e agli acquisti da Zara.

Eric Forrester
(solo Eric, ma solo perché Orsetto di Miele è un po' lunghetto)

Patriarca della Forresteria, dopo anni di priapismo e inseguimenti di gonne varie, s'è dato una calmata (forse anche dopo l'episodio del coccolone post viagra). Dotato dello stesso acume del figlio, di solito non capisce un cazzo di quel che gli accade intorno, ma lo fa con stile. E' stato sposato con la Brocca (2 figli insieme), con la sorella vampona della Brocca e non so chi altre, ma adesso è tornato dalla Vecchia e bonalè. Ultimamente è un po' defilato, si sa mai.




Dr. Taylor Hayes (detta il Canotto)

Affermata psichiatra (con una laurea conseguita, credo, a Paperopoli), ex alcolista (finché non ha buttato sotto la moglie di Torn), appassionata di chirurgia estetica (da cui il soprannome Canotto). In passato è morta, ma poi è saltato fuori che era solo in un brutto coma e che era stata curata e trattenuta per anni contro la sua volontà dal principe Omar, un arabo in blazer grigio che assomiglia in modo imbarazzante a Sandokan. E' stata sposata con Ridge più di una volta e con lui ha prodotto un figlio maschio e due gemelle. E' stata sposata anche con Nick e ora con Zipp, anche se, da quando lei ha sospirato "Ridge!" durante l'amplesso, questo matrimonio è un zinzino in crisi. L'episodio che ha minato pesantemente il suo equilibrio mentale è legato al più grande colpo di genio delle trame degli ultimi anni, ovvero di quella volta che - per errore - le vennero impiantati gli ovuli fecondati della Brocca, sua nemesi mortale.

Nick Marone
(solo Nick, è troppo virile per avere soprannomi)

Ex marinaio, scopre di essere figlio di un riccone e diventa ricco anche lui. Il suo unico rimpianto è che Melrose Place sia durato troppo poco, che almeno lì si girava anche in esterna, ogni tanto. Per un certo periodo è stato l'unico maschio adulto a rivaleggiare con Ridge, per cui si è sposato un po' con tutte: la Brocca, il Canotto, il Sacco delle Botte. Ha messo in cinta svariate volte il Sacco delle Botte ma, essendo lei figlia della Brocca, tutte le gravidanze son finite male (compresa quella che includeva l'Utero in affitto). Era molto innamorato del Sacco delle Botte, ma poi l'ha lasciata dopo aver scoperto che il padre del frutto del grembo di sua moglie era in realtà  SixPack, il marito della propria madre (la Vecchia N°2, ex titolare della Jackie M, casa di moda tamarra, che un tempo fu la gloriosa Spectra). Al momento ha una storia con l'Utero ed è stato defilato per un po'. In vista della puntata 6000, gli autori han pensato ben bene di celebrare facendogli venire una macchia birichina su un polmone, dando così il via a una serie di episodi antifumo da latte alle ginocchia, e Nick pare sul punto di dargliela su ai sigari suoi amati.

Bill Spencer III°
(detto Billone dalla mia amica Clodia, per le dimensioni della sua virilità)

Comparso relativamente da poco nell'universo Beautiful, ha già messo a soqquadro la vita in Forresteria. Ereditiero spregiudicato (tale spregiudicatezza si palesa dalle catene tamarrose che indossa e dal fatto che in un paio di occasioni è stato visto con una borsa a tracolla, cosa mai vista prima a Los Angeles), col suo impero dell'editoria è disposto a tutto pur di vendere due riviste in più, per cui è spesso il motore di simpatici sputtanamenti perennemente ai danni della Forresteria, che non cessa di dargli materiale divertente da divulgare. Attraverso vari giri è finito con lo sposare la Trapiantata Logan e recentemente s'è scoperto padre di un Tracagnotto.

Amber Moore (Ambra)

Ritornata dopo un milione di anni alla serie (recuperata da chissà quale rusco, dice la mia consulente Chiavegatti), per aggiungere alla serie un po' di pepe e truffe all'antica (da quando è morta la Sally Spectra non c'è stato più un gran divertimento). Maneggiona di prima categoria, non si tira indietro davanti a nulla pur di tirar su un po' di soldi e potere. La gravidanza millantata o accreditata al babbo sbagliato è una delle sue tecniche favorite, ma ha anche trafugato informazioni, disegni d'alta moda (bella roba!), rubato ligurizie e parcheggiato nel posto dei disabili. E' comunque il personaggio più simpatico della covata. Recentemente è stata raggiunta dalla mamma, che pare pure più malandrina di lei.

Bridget Forrester (il Sacco delle Botte)

Deve il suo soprannome poiché tutti puntano su di lei, quando c'è da far capitare una disgrazia. Entra in questa categoria per il rotto della cuffia, solo perché negli ultimi anni gliene son capitate un bel po'. Figlia di Eric e della Brocca, deve il proprio nome alla crasi derivante dall'unione di Brooke e Ridge, che il Mascella credeva di essere il padre legittimo (ahahahaha). Ha il record di gravidanze interrotte (che sennò la Brocca diventava nonna e farla vedere in babydoll poteva sembrar brutto). Per darsi alla moda ha abbandonato la carriera medica (ove è stata vista fare tutto ciò che le esigenze di copione richiedessero, dall'ostetricia, all'endocrinologia, alla fecondazione assistita, passando per oncologia e lancio del peso). Per un po' ha disegnato per la concorrenza, la Jackie M. Dopo aver dato di matto ha trombato il marito muscoloso della propria suocera, col quale è riuscita finalmente a riprodursi. Al momento è in ritiro da qualche parte.

martedì 18 ottobre 2011

Dal baule dei ricordi: Farnedi ti dice chi sei - il Test definitivo.

Allora che un annetto fa avevo preparato questo test infallibile che si chiamava "Dimmi quale canzone di Farnedi ti piace e ti dirò chi sei". Adesso quella imprescindibile e salvifica applicazione non funziona più (che Facebook cambia impostazioni più velocemente di quel che ci metto a depilarmi le sopracciglia), per cui ho deciso di ricondividerla qua con tutti. Versione integrale priva di modifiche, censure o correzioni dell'ortografia (e Dio solo sa che ce ne sarebbe un bel bisogno). A corredo alcune foto delle mie, che dove le metti stanno.
Basta scegliere una canzone, Farnedi spiega poi bene com'è.





Due Minuti

Dici e non dici quello che ti passa per la testa, tanto prima o poi passa (dalla testa). Ti ritrovi spesse volte chiuso/a nell'armadio di una camera d'albergo sul lungolago (ma lungo un bel po') a Como, e salti fuori all'improvviso brandendo ukuleli, salami dal budello gentile e saponini dell'albergo e spaventi i tuoi coinqui. Alla fine poi ti alzi dritto/a e pensi che prima o poi bisogna ricominciare a cantare, qualcuno lo deve ben fare. Però intanto i coinqui ti pestano a sangue coi salami di prima, mentre tu ti chiedi com'è che li chiamano di budello gentile.





Corso Sozzi


Non sai i nomi delle vie del centro della tua città, ti orienti coi negozi di scarpe ma, essendoci aria di crisi, sti benedetti negozi li aprono e li chiudono ogni tre per due e te non sai mica più bene come fare ad andare a casa. Morale: affidarsi alla moda non va mica sempre sempre bene, ché la moda è passeggera e l'anno prossimo forse tornano le spalline giganti e le camicie di Tony Hadley, ma non è detto. Le chiavi a brugola non passano mai di moda, quindi per l'orientamento forse è meglio affidarsi alle ferramenta. (o ferramentE? boh?).




Fotografia

C'è chi in foto sembra più bello, c'è chi sembra più grasso: tu sembri più colto/a. La gente ti sopravvaluta e da te si aspetta performance (intellettualmente parlando) di alto livello. Tu ti vergogni a dire che l'ultimo libro che hai letto è Eclipse, e che lo hai anche lasciato a metà, perché con tutti quei lupi mannari, vampiri e conigli in porchetta ti confondevi sempre. Il futuro forse ti vedrà cambiare in meglio.
O forse no.



 Due Sorelle

Non pervenuto.







Julie

Fuori sarai anche un brutto anatroccolo (o peggio, una brutta quaglia), dentro ti senti bello/a come Christina Aguilera (ma non così basso/a). Vorresti arrivare al top, ma al top si rischia di restare soli (o peggio, in tre con due che si lavano poco e mangiano rumorosamente), per cui eviti la fama e il successo. Ti crogioli nel tuo pantano, e che ti vengano pure a dire qualcosa, cacchio, è o non è il tuo pantano? Occhio alle zecche e  ai talent scout che promettono molto e poi ti chiedono se possono riportare a posto il tuo carrello della spesa e poi tenersi l'euro.




Cuore a metano

C'è una strada nel bosco, il cui nome conosco. Vuoi conoscerlo te? La steppa non fa per te, la taiga forse, il viaggio in sudamerica ormai lo fanno tutti. Nel tuo futuro un viaggio, ma non imbarchi la valigia che se poi te la smarrisce la compagnia lowcost? Allora giù tutto nel bagaglio a mano, ma poi ti viene in mente che hai messo il beauty sotto sotto tutto e non hai imbustato i liquidi e allora ti piazzi nel mezzo dell'aeroporto a svuotare tutto per tirar fuori sti liquidi eppoi dove la trovi una busta trasparente adesso dai che l'aereo parte e la valigia non si chiude più voglio morire la prossima volta andiamo a cesenatico.



Ci penserò lunedì

Ti senti bene solo in mutande, meno i tuoi dirimpettai che sono costretti a tener giù le tapparelle tutto l'anno per non vederti, e ormai han la pelle diafana e trasparente per la mancata esposizione ai raggi del sole, hai presente quegli esseri orrendi del film delle speleologhe, che poi muoiono tutte? Ecco, se suonano il campanello, non aprire in mutande, no no no.



Informagiovani

Scaldar la sedia è il tuo sport preferito e vorresti che diventasse disciplina olimpionica (richiesta vieppiù legittima, anche alla luce dell'olimpicità del far scivolare un'enorme teiera sul ghiaccio). I tuoi genitori non sono d'accordo e adesso ti senti in dovere di produrre, guadagnare, far la spesa, butta la pasta, fai la cacca, sciacquone.
E' il cerchio della vita, baby.





Salsa di lumache

Ti mangeresti qualsiasi cosa, purché ben presentata, impiattata e molto costosa. "La salsa di grilli, la salsa di rane la faccio bollita la spalmo sul pane." Hai l'acquolina in bocca, lo so, però seguire gli impulsi alle volte non è la cosa migliore. Se ti dico di buttarti nel pozzo, te ti ci butti?







Norma


Ti hanno cresciuto/a nel rispetto dell'altro e della natura, ma alle volte a quei birri che ti sfanalano con il suv ci daresti fuoco, oh sì.

 




Lena

Vabbè che non ci sono più le mezze stagioni, ma com'è che quando fai il cambio degli armadi torna subito freddo? Perché?







Ho lasciato tutto acceso

Ti pigliano ste ansie quando sei in autostrada, tipo: "avrò lasciato aperto il gas?"; "avrò dato da mangiare al gatto?"; "avrò buttato la banana fradicia?"; "chi ha inventato il sapone liquido, e perché?"; "che fine avrà fatto quello che faceva Gesù, in Gesù di Nazareth?". Per le ultime due ci si può arrangiare con wikipedia, per il resto attacca un foglietto sulla porta di casa (dalla parte dentro, però, sennò non la vedi) con scritto "Chiudi il gas" ecc ecc.





Lonely Planet

"Se non puoi cambiare il mondo, cambia te stesso/a". Ecco, intanto un bel bidè, per cominciare, potremmo farcelo, no?

 







Kabir

Ti senti come un bel bastardone a pelo lungo (che poi i bastardoni son sempre più svegli di quelli di razza: piglia il dalmata - carino finché ti pare - ma scemo d'un scemo, o i pincher nani che non si capisce il perché - perchéé? -  e non parliamo di quei cosi tutti pelati. Ah no, quelli son gatti. Saran gatti, ma scemi son scemi anche loro, e brutti che non si guardano). Nel tuo futuro un bagno in un catino di plastica nell'aia.



Quanto piangere

Fingi di capire quello che ti dicono gli altri ma non riesci a comunicare? Il mondo è incomprensibile? Le parole della gente non rappresentano niente? I caratteri neri sulla carta bianca del giornale sono un mistero?
Probabile che sei a Oslo.

mercoledì 28 settembre 2011

Breve riassunto a richiesta con un'appendice colta su una serie televisiva statunitense dalla curiosa longevità.

A gentile richiesta di Lorena, Fra e Meg, ecco qua un riassunto dell'ultimo periodo di Beautiful.
Tenetevi forte e preparate uno strofinaccio, caso mai vi venisse il sangue dal naso.

Ridge è stato lì lì per smollar la Brocca, perché Thomas (figlio di Ridge e TaylorLabbraCanotto, che prima era un lattone con la faccia da pirla e adesso è diventato un ganzo sempre a torso nudo pieno di tizie che lo voglion limonare) ha baciato la Brocca in pubblico per farsi pubblicità (senza lingua). Il Canotto ha dato fuori di matto e tutti gli altri pure, ma la questione pare rientrata (anche se Thomas - sempre a torso nudo - guardava una foto delle Brocca, forse con bramosia, ma non si capisce perché l'espressività dell'attore è nello standard Beautiful).

Nel frattempo Zipp, marito del Canotto si incazza un po' perchè il Canotto sospira "...ridge..." mentre sono in un amplesso congiunti. Solo l'esperienza di una psichiatra laureata a Las Vegas - qual'è il Canotto - conducono Schipp a miti consigli.

La Speranza, figlia di Brocca, adesso sta con Liam, un traccagnotto che si è scoperto essere figlio di Bill (per gli amici Billone) Spencer. Oliviero, il giovane frangettone che non tanto tempo fa ha trombato per errore la Brocca, ora ha trombato - non per errore - la rediviva Amber, mentre la stessa gli fregava dalla freitag i disegni della collezione di moda della Speranza e li spacciava per propri alla Jaquelina M. Oliviero vorrebbe comunque tornare con la Speranza, e cerca di concupirla in tutti i modi. La Jaquelina, intanto, fa la nonna a tempo pieno, ché SixPack Owen e Bridget han dato alla luce un virgulto (la Brocca è nonna!!!). Nick MARONE, smollata la moglie Bridget, in quanto coinvolta in gravidanze che lo vedono al di sopra di ogni sospetto, si è messo con l'Agnese, ex UteroInAffitto, e sorella di Oliviero.



Infine, la Vecchia (la Stephanie) ha superato brillantemente un tumorazzo brutto forte che le aveva divorato polmoni e cervello, grazie a una tecnica sperimentale che prevede l'uso del peyote da parte degli sceneggiatori, quindi s'è data alla beneficienza seriale e ha introdotto in azienda una giovinetta operatrice umanitaria di colore che è immediatamente diventata l'oggetto delle lubriche attenzioni di alcuni dipendenti della Forresteria.

Poi, si vedrà.

ps - qualora gli sceneggiatori si decidessero a superare il tabù dell'accoppiamento fra consanguinei, le trame decollerebbero, finalmente. Dopo questo mancherebbero solo amplessi fra zombi (anche se il Canotto desta alcune perplessità a riguardo, dato il suo stato di morte apparente che l'ha portata a una lunga convinvenza con la Tigre della Malesia).

lunedì 8 agosto 2011

giornata tipo di un Artista Crepuscolare e Tormentato

 L'Artista Tormentato si strugge e riarde nella creazione d'opre memorabili e di pathos ineguagliabile, rifuggendo la triviale esistenza cui il vil danaro affligge i più, ignari della vera forza dell'Arte e del sacrifizio con cui a essa l'Artista Tormentato si dedica quotidianamente.

Quivi, a dimostrazione del tonitruante richiamo che l'Arte esercita, la cronaca veritiera di una giornata tipo dell'Artista Tormentato di cui sopra.

- sveglia alle Tormentate ore 11 (che la sera precedente l'Artista ha lavorato, bevuto e ben magnato; costo a carico della pertinente Pro Loco);
- colazione con pane e marmellata e caffelatte (costo circa 0,45€);
- visita dal meccanico per la Clio che non va (poi si scopre che era la pila della chiave che s'era scaricata e impallava l'antifurto, costo 0,0€);
‎- corsa in scooter dal tabacchino a comprar la pila (costo 2,0€); 
- l'Artista si scopre negato per la sostituzione della pila e si rovina le unghie (costo della limetta usa e getta fregata in albergo 0,0€)
- pranzo a base d'insalata e pomodori dell'orto del babbo dell'Artista Tormentato (costo approssimativo 0,70€);
- visione dell'odierna puntata di Beautiful e caffè (costo caffè 0,10€ - costo visione Beautiful: svariati neuroni d'Artista);
- pennichella gratis;
‎- bucato da stendere (costo elettricità ciclo di lavaggio 4 a 40° non pervenuto);
‎- telefonata del tizio che porta i pellets per la stufa dell'Artista Tormentato, durante la quale l'Artista riesce a chiudersi fuori di casa (costo: bestemmie e moccoli);
- salvataggio in extremis con la chiave di scorta del babbo dell'orto di prima (costo 1,20€ di benzina);
- acquisto e scaricaggio di 990kg di pellets (costo 323€ e un po' di sudore della fronte, che l'Artista Tormentato non si tira indietro davanti alla fatica);
- merenda con cornetto gelato proveniente da discount alimentare in vista delle prossime fatiche (costo 0,60);
- trasbordo dei pellets nella cantina dell'Artista Tormentato con l'aiuto della morosa dello stesso (costo: altro sudore della fronte e altri moccoli allorché Artista e morosa si incrociano per le scale);
- doccia calda e tivù (costo della doccia non pervenuto - costo tivù: altri neuroni).


Totale spese della giornata: 328,05€ (ma non si sa se l'Artista sia in grado di prodursi in addizioni).

Tempo dedicato all'Arte: ZERO.



Di non sola Arte vive l'Artista Tormentato.

Volli, fortissimamente volli.
 

giovedì 9 giugno 2011

4 SI "per quelli che passeranno"

Dicono che il tempo cambi le cose,
ma in realtà le puoi cambiare solamente tu
.
 
 (Andy Warhol)


mercoledì 25 maggio 2011

Santo, Santo Navigatore. Cronaca prolissa della mia mini tournée, 13/14 maggio 2011.

Bloghettone delle feste, oggi. Ho latitato per un po', oggi esagero, mi scuserete.

E allora che il 13 e 14 maggio c'è stato il mio primo tour ukulelico. Tour nel senso che ho suonato due giorni di fila e anche abbastanza lontano da casa. Con l'ukulele è la prima volta che mi succede. Son partito solo soletto, dopo aver caricato ukuleli, amplificatore, pedalini e asse da stiro.
Mi devo ancora abituare a sta cosa di andare a suonare da solo. Per uno che per anni è sempre stato abituato a suonare in gruppi dalle 5 persone in su (più spesso anche in 8/9 cristiani), uscir di casa da solo, senza che ci sia nessuno a cui dire "ci si vede al Bar Leo alla tal ora. Sì, no, non si chiama più Bar Leo. Da quanto? Credo da 5 o 6 anni. E vabòn, se hai capito qual'è, perché mi fai tutta sta pugnetta?" (che poi il Bar Leo io lo chiamo il bar del metano, ché il nome nuovo non l'ho mai imparato).
Anche dover star dietro a tutto per me è strano. Orari, tragitto (santo navigatore), contatti coi ragazzi del posto.
Comunque, dicevo, il venerdì 13 son partito alla volta del Panenka Circolo Metropolitano a Bologna. Arrivo al locale attraversando un dedalo di stradini in centrissimo (santo, santo navigatore), faccio un parcheggio criminale e scarico in fretta le mie cose. Il ragazzo del Panenka mi consiglia un paio di posti per parcheggiare bene e vado subito.
Dopo 25 minuti sono ancora lì che frullo, ma poi trovo un posto in cui forse non mi faran la multa (dico forse, ché quando vado a Bologna non capisco mai dove si può, dov'è per i residenti, dov'è per andare dove devo andare). Scendo dalla macchina e dove sono proprio non lo so (mi autocito, per chi la capisce).
Dopo un momento di sconforto mi affido alle cure dell'ottimo navigatore (la cui santità ormai non è più quantificabile), scopro che sono a 1,7 km di distanza, mi avvio e riguadagno il circolo.
La serata procede senza intoppi. L'atmosfera del Panenka è, una volta tanto, quella di un vero circolo: ragazzi che, senza scopo di lucro, si associano per creare uno spazio per fare cultura (l'unica strada per la cultura è l'autogestione, ora più che mai). Lo spazio in questione è un'umidissima e molto accogliente cantina. Due stanzoni (uno è 'Piazza del Non Lavoro' - amen), un grosso frigorifero, il ping pong più piccolo del mondo, un bagno e il 'Polistirolo del Pianto'.
 Eccezionalmente - per lui - mi viene a vedere anche Fabrais, batterista dei Good Fellas (per chi non lo sa, è la band con cui suono regolare dal '97). Minaccia di andarsene ogni 3 minuti, ma poi resta fino alla fine e mi fa anche un videino. C'è la Giorgia Passini, che mi spiega che siamo in pieno 'quartierino', ovvero la zona di Bologna in cui lei vive e di cui racconta nei suoi scritti di facebook, che seguo costantemente. Adesso sono anche emozionato. Ci sono anche altri amici e altri ragazzi e ragazze che non conosco; meglio così, che magari vendo anche 2 cd (ultimamente, dalle mie parti, non vendo più niente, ché se lo son già tutti smasterizzato a catinelle).
La serata si apre con la chitarra di Mr Brace, che gode perché gli ho prestato pedalini distortori e amplificatore. Tiene benissimo la scena, suona la chitarra in maniera semplice ma originale, e fa un genere di canzoni che non capisco bene, ma il fatto di non capirlo bene me le rende molto interessanti. L'ultima canzone, che pare essere di un suo amico, dice più o meno così: "oggi vado al mare, e vaffanculo, mi trombo le ragazze in spiaggia, e vaffanculo, mi trombo anche il bagnino, e vaffanculo". Sono sinceramente impressionato.
Suono io e va ben tutto. C'è Fabrais lì seduto con le sue gambe lunghe lunghe che mi fa un po' ridere, perché so che lui seduto più di 10 minuti non ci sta mai, e dopo un po' gli ballano le ginocchia, e gli vien voglia di andare a fumare e dice "andella? mi son stracciato il cazzo". Però stasera non lo può mica dire, che ci sono io a suonare e magari ci rimango male e gli dispiacerebbe. Però si vede che scalpita, che ridere.
Finito tutto saluto, fo un po' di ciacole con gli amici e con una ragazza spagnola che mi fa i complimenti (ho sfoderato il mio spagnolo imparato con le telenovele, mi piace fare il figo con cose che non so fare bene).
Fabrais mi dà un passaggio col suo scùterino per andare a recuperare la mia macchina (lui la strada la sa, per cui lascio riposare il navigatore, ché domani mi deve portare in abruzzo).
Torno verso la romagna e - come sempre - mi piglia una botta di sonno a 5 km da casa. Ho dormito in autostrada fino alle 5 e mezza. Meglio che schiantarsi, in effetti.

Sabato 14 mi avvio, dopo pranzo, alla volta di un altro bel circolo: L'Officina (Le arti e i mestieri). E' una data organizzata da un bel po', grazie all'entusiasmo di Aldo a cui era piaciuto il mio disco. Arrivo puntuale (non ci credevo neanch'io) e incontro subito Aldo, Derna e Massimiliano. Il circolo tutto fatto a volte di mattoni e molto carino e si affaccia su una piazza molto graziosa di Giulianova vecchia. Facciamo un rapido soundcheck, troviamo la migliore posizione per la mia asse da stiro e si va all'aperitivo (durante il quale le mie arti di coercizione subliminale si prodigano per ottenere un invito a un pranzo a base di arrosticini; siamo o non siamo in Abruzzo? Missione compiuta). Dopo l'aperitivo Aldo mi vuol far vedere la vista da un'altra piazza, alché io mi ricordo che in quella piazza ci avevo già suonato coi Good Fellas, qualche anno fa, ma non mi era proprio venuto in mente (due ore più tardi mi verrà in mente che ci ero stato almeno un'altra volta ancora; viva la mia testa).
Si torna all'Officina dove Giovanni sta preparando la cena (su Giovanni si potrebbe fare un post lunghissimo al giorno; vi dirò solo che pare essere iscritto all'anagrafe canina). Maristella è disperata perché sa che dopo toccherà a lei pulire la cucina.
Dopo la cena stiamo in piazza, che si sta bene, ad aspettare che si faccia l'ora di suonare e, un po' alla volta, Aldo mi presenta praticamente tutto il pubblico che è venuto ad ascoltare. Alla fine mi sembra di suonare a una festa privata, con Giovanni e Flavio che mi dan le battute fra una canzone e l'altra (e alle volte si prodigano in pazzi di danza),  la prima fila che partecipa con cori, risate e mi fanno sentire a casa ( e ancora mi fa impressione che qualcuno sappia già le mie canzoni a memoria).

 Dopo il concerto si sta un altro po' in piazza, che è fresco ma neanche troppo, mentre Pierluigi mette i dischi dentro.
La mattina dopo Pierluigi mi raggiunge e andiamo insieme a salutare Massimiliano alla Vineria, l'altro bar che gestisce. Ho già due locali a Giulianova dove mi sembra di essere a casa mia.
Raggiungiamo poi Pineto, dove vivono Aldo e Derna e andiamo a mangiare a casa di un loro amico in mezzo alle colline. E' una casa micidiale, completamente autosufficiente, a livello energetico: ci sono pannelli solari, biodedilizia, compostaggi vari e anche un mulino per il pozzo, come quelli che si vedono nei film di cowboy. Mangiamo in terrazzo, che si sta benissimo. Scopro che i peperoncini freschi si possono congelare e usare alla bisogna (questa me la ricorderò, che non sono mai abbastanza i peperoncini freschi). Gli arrosticini cotti da Aldo sono buonissimi e ne mangio 13. Credo di avere fatto un'impresa, ma gli altri ridono tutti, ché mangiar 13 arrosticini è roba da aperitivo infrasettimanale.
Si sta bene, che quasi non ho voglia di tornare a casa.
Fortuna che poi son tornato, sennò in autostrada mica potevo far sta foto qua!

lunedì 25 aprile 2011

Il riposo son tre squilli (25 Aprile Sempre)

E allora che alle 7 e mezza sono in piedi; giacca e cravatta e via a Santarcangelo a suonar la tromba per il 25 aprile. Vecchietti che mi dicono "suona l'attenti", "adesso il silenzio", "dai su col riposo", e io che non gli posso star lì a dire che ho fatto l'obiettore, 15 anni fa al comune di Gambettola: facevo il bibliotecario e ho imparato abbastanza bene il Dewey, ma gli squilli militari non li ho mai imparati (son sempre stato più un tipo da cucaracha, ay Ramòn!).
Però mi sono emozionato tanto, io lì che suono il silenzio (l'avevo studiato, l'ho ascoltato ieri sera su youtube) e in piazza tutti zitti: vigili, sindaci, anziani, giovani modaioli, un signore cinese con la macchina fotografica, un tizio con la bandiera americana, la sezione Anpi, carabinieri, i colleghi della bandina, signore con la messa in piega, bimbetti col fazzoletto tricolore.
Tutti zitti per ricordare ragazzi e ragazze che più di sessant'anni fa han preso su e si son messi a fare quel che potevano, e spesso anche di più, per liberare sè stessi e l'Italia.
Come dice il Sottotenente Innocenzi (Alberto Sordi in "Tutti a casa"): non si può sempre stare a guardare.

 Poi non sto lì a farla lunga sulle stecche che ho inflitto all'Inno di Mameli, però che emozione.

domenica 10 aprile 2011

"Vomitate la Barbara!"

E' la frase che mi rimane in testa dopo circa un'ora sdraiato immobile sul fianco destro (quello che mi fa ancora male dall'anno scorso, quando a momenti mi schianto un femore per fare il cretino, pensa te la figura se me lo rompevo dabòn). Stavo sdraiato in buona compagnia: altri 16 zombi della domenica come me, lì ad aspettare che la zombi Barbara riuscisse a fare la sua parte, ovvero sbavazzare e schiumare una specie di vomito finto fatto con fagioli, piselli e acqua di rubinetto. Il problema è che le era presa la ridarola e spruzzava quella delizia prima del tempo (perlopiù addosso all'attore protagonista e a un altro zombi defunto di fianco a me che rischiava i conati). E quindi andava rifocillata di vomito al suono della frase che dà il titolo a questo post.
Alla fine la scena è venuta benissimo e ci siamo alzati tutti in piedi per applaudire, noi 17 zombi (se non sbaglio), di tutti i colori: grigi, verdi, rosati, blu puffo, fucsia, mimetici. C'era una zombi infermiera, uno zombi meccanico, io che facevo lo zombi orchestrale (ma va?), michael jackson e alcuni punk, più il protagonista non zombi, il regista, l'aiuto, il ciakista (se si dice così) e la mamma e le zie del regista che giocavano a carte dietro la siepe. Non le vedevamo ma si sentivano. Ci siam guardati e abbiamo tutti sorriso, per la millesima volta da stamattina.

E' bello trovare persone che amano gli zombi e le proprie passioni.

Stasera poi ho visto un video che la mia web-amica Ross ha fatto tutto da sola: animazione, montaggio e musica.

E' bello trovare persone che amano l'ukulele, il pongo e le proprie passioni.
Che bello. 

martedì 5 aprile 2011

primo vagito





Ehilà tutti,

scrivo il primo blog.
Oggi parte il mio sito ufficiale (che emosione!) e pensavo che sarebbe carino far sapere con cadenza variabile quello che sto combinando con la musica, con le faccende domestiche e per scrivere ogni tanto le cose che mi vengono in mente, e che magari possono interessare. Può essere che mi metta a parlare del cavolfiore alla dubarry (che l'ultima volta m'è venuto benissimo, besciamella atomica), di un libro che ho letto (o di uno che ho lasciato lì), di fumetti, ukulele o cinema.
Vorrei parlare perlopiù di cose belle, se ce la faccio, anche se la Clodia dice che a me non piace mai niente.
Quindi, allego questo blog qua al sito miobbello (che vi invito a visitare) e spero di non essere troppo pigro. Comunque sono abituato a parlare da solo, non preoccupatevi troppo.

un caro saluto a tutti, ci vediamo in giro.

rico

ps - voglio ringraziare Aidoru Associazione (Roberta, Carlotta, Michele e Dario) che hanno messo insieme i materiali per www.enricofarnedi.it (che impressione che fa vederlo scritto lì!); il prode Toutatis Sommo dott. Garolfi che lo ha costruito con le sue manine sante, beccandosi tutti i miei cambiamenti d'idea e le correzioni di Roberta mantenendo sempre una calma olimpica e trovando le soluzioni migliori; la Clodia per il lavoro di sensale telematico e gli input creativi; la Chiara per le sue opinioni sincere e la pazienza (la verità mi fa male lo so).